Sulla base dei dati raccolti a partire dal 2011 fino all’ultima campagna di indagine, condotta nel luglio del 2017 è stato possibile ipotizzare il tracciato dell’Appia attraverso il riconoscimento di alcuni tratti, sia in forma fossile, sia come sopravvivenza nella viabilità ordinaria e in particolar modo con l’individuazione di due siti per i quali non sembra azzardato identificare con i toponimi menzionati nella Tabula Peutingeriana, ad Calorem, sulla base di una anomala quantità di materiali distribuiti in un’area circoscritta, nei pressi di Ponte Rotto, e Nuceriola in località Masseria Grasso. In questa area, interessata anche da manufatti associabili a sepolture e luoghi di culto già a partire dalla metà del del IV sec. a.C. è stato portato alla luce un percorso stradale con estensione indagata di 14 m ed una ampiezza complessiva di circa 19 pedes (5,6 m). I livelli di frequentazione più antichi datano l’inizio dell’infrastruttura tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a. C. o più verosimilmente in connessione con la fondazione della colonia latina Beneventum (268 a. C.). La successione stratigrafica di livelli di terreno, che testimoniano interventi di manutenzione reiterati almeno fino in età tardo antica, ne documentano la continuità d’uso nel tempo.
La strada, orientata N 42° E, risulta essere concorde in questo comparto territoriale con le divisioni agrarie dell’impianto della colonia latina prima (16x25 actus), e triumvirale-augustea poi (20x20 actus), riconosciute anche attraverso la conservazione di allineamenti, tracce iso-orientate e forme fossili ad esse riconducibili.